Vacanze: compiti si, compiti no? Una riflessione pedagogica

Cari amici/che, insegnanti, tutor, ma soprattutto genitori, zii/zie, nonni e nonne siamo tutti vicino alle meritate vacanze di Natale e i nostri figli, i nostri nipoti avranno sicuramente i compiti durante queste festività.

È il classico momento del “disagio” di come gestire il tempo per le famiglie. Ci si organizza con la formula del “tutto e subito” oppure con la formula del “rimandiamo a dopo capodanno”.

Le famiglie entrano nello sconforto, i figli intanto pensano a giocare e a riposare, ma la domanda è sempre la stessa: perché i compiti durante le vacanze?

La prima cosa è a mio avviso da fare è quella di pensare che i compiti non siano “forzature” ma più semplicemente delle ATTIVITÀ, come il giocare a uno sport, alla playstation o incontrare gli amici.

Le attività e quindi i compiti saranno per il bambino o per il ragazzo,  visti con un’ottica diversa.

I compiti devono essere percepiti anche come un’opportunità educativa per gestire il tempo, per educare all’organizzazione della giornata e dare anche valore alle cose.

Giocare, riposare è un diritto dei bambini, ma anche saper gestire il proprio tempo è un loro diritto. Questo tempo lo dobbiamo saper guidare noi adulti, noi genitori, noi famiglie, perché è anche il tempo della condivisione con l’altro e quindi con i figli/nipoti.   

Dedicare uno spazio per i compiti educa non solo all’aspetto organizzativo del tempo ma anche educa alla responsabilità individuale e al rispetto delle consegne. Quelle consegne che saranno poi la base del loro futuro in ambito lavorativo, universitario.

Un altro aspetto importante è l’ambito emotivo dei compiti/attività. Infatti, dopo una fase del gioco, del riposo a volte i nostri “alunni” in vacanza dovranno gestire la “NOIA”… bene, questa noia si può gestire molto semplicemente facendo passare i compiti stessi come una nuova fase di gioco e d’impegno della propria giornata.

Questo impegno servirà anche alla famiglia a non entrare in quelle forme di stress nel dover inventarsi sempre una giornata piena ma il saper dedicare uno spazio alle riflessioni, alle condivisioni, all’attesa e al guidare i propri figli ad attività costruttive.    

I compiti quindi servono a mio avviso a questo ed è bene assegnarli da parte degli insegnanti, compiti che servono però a tenere viva la mente, l’aspetto cognitivo e soprattutto emotivo del bambino/a ragazzo/a.

Si possono dare ad esempio letture di libri o brevi poesie, dove si esercita la memoria, operazioni e problemi di matematica che possano  essere utili al ragionamento e alle diverse attività della giornata. Anche fare un tema o un resoconto della propria giornata può servire a fare un bilancio e a rendere più consapevole il bambino di quello che realizza e delle scoperte delle sue giornate.

Quindi rendiamo i compiti educativi, rendiamoci animatori nell’educare i nostri figli e alunni all’organizzazione non lasciamoli soli e solo davanti alla tv.  

E voi cosa ne pensate?

Un saluto a tutti e grazie, alla prossima settimana.

Andrea

     

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